“Posso?”

“Mh-mh”

Mi siedo e alzo lo sguardo sul mio compagno: è basso e tarchiato, un accenno di barba, i capelli unticci e un alone di sporco che ne accentua l’aspetto squallido. Non bada affatto a me; è impegnato, con una certa aria morbosa, a ticchettare sui tasti del computer. Seguo il suo esempio e decido di ignorarlo, andandomi a cercare un libro. Cos’altro fare in una biblioteca? Mi muovo  tra gli scaffali scorrendo gli sguardi sulle copertine, che sprigionano un meraviglioso profumo di carta.

Alla fine lo trovo. E’ lì per me. Posso tornare dal mio amico. Mi guarda per la prima volta, mi scocca un’occhiata perplessa seguita da una specie di grugnito “Ptzh”

“Mi scusi?”- Lo osservo incuriosito.

“Quello…è un libro??”- Mi chiede con un sorriso sulle labbra.

Questo tizio mi innervosisce, ha un non so che di subdolo.

“Beh…sì, non si è accorto di essere una biblioteca?”

“Sì, sì, certo, ovvio, lo so benissimo. Ma ormai non legge più nessuno! Si può trovare tutto qui dentro!!” E batte con orgoglio la manona sulla tastiera, come un padre fiero del figlio. “Chi ha più bisogno di libri?”

“Che cosa ci è venuto a fare in biblioteca allora?”

“Cristo ma sei scemo?! Qui c’è il miglior internet della città!”

“Ma…ma…e cosa fai se vuoi fare una ricerca? Se vuoi imparare qualcosa di nuovo? Se vuoi sapere quante uova depone un ornitorinco? Se…se vuoi leggere, Gesù, se vuoi leggere?”

“Ma…di cosa stai parlando!?!” Si è arrabbiato, Cristo, si è arrabbiato sul serio! “E’ tutto qui!!” Batte il pugno sul tavolo, beccandosi un’occhiataccia dalla bibliotecaria, e indica il PC con un dito tozzo “Come fai a non capire!?”

Comincio a sudare freddo; il mio amico comincia a farmi paura, mi rendo conto che non troveremo mai un punto d’incontro, che abbiamo due opposte lunghezze d’onda. Mi assale un’improvviso timore: che il futuro sarà suo e di gente come lui, che l’ignoranza prevarrà e che i libri diventeranno solo un ricordo sbiadito di un tempo che non c’è più, reliquie di una religione senza più fedeli, mere curiosità di un’epoca andata. Sono colpito da una certa pesantezza; mi dimentico completamente del mio compare e chiudo per un istante gli occhi.

Quando li riapro il mio zotico ha perso ogni interesse per la mia persona. E’ tornato nel suo mondo di videopoker.

Torno alla realtà e mi guardo intorno: ovunque vedo persone intente a leggere. Dei ragazzi studiano in un angolo, confabulando tra loro, una giovane donna cammina tra gli scaffali con sguardo sognante, un vecchio legge da solo sotto lo sguardo della bibliotecaria. Questa vista mi rinfranca: forse non tutto è perduto, forse finché persone così continueranno a portare avanti la cultura della lettura sarà ancora vero che il Mondo esiste per approdare ad un libro.

Non date le cose sante ai cani né gettate le vostre perle davanti ai porci, acciocché non le calpestino coi piedi, e si volgano contro di voi e vi sbranino.

 

Michele Bindi – classe 4 B – Liceo Scientifico